“Ogni
bel gioco dura...per sempre nella memoria e nell'arte”
Auspice il recupero della
tradizione, Giovanni Lacatena indaga con pennello e cuore, per
cogliere il senso autentico del gioco, quello che prima di occupare la
" stanza buona " riservata al bambino, invadeva la strada
per intero, il quartiere, i compagni complici, la stessa concezione di
riccapovertà che si ammantava di genuina creatività. Il "
minimalismo " che la critica doveva in seguito decretare come
diramazione dell'arte concettuale e di ricerca, prendeva le mosse
dalla necessità e, pur non stabilendo " tendenza " , per
evitare il naufragio esistenziale di una realtà non certo rosea,
attingeva alla fantasia e alla sincera valorizzazione delle piccole
cose, per " giocare " le proprie credenziali. Il senso del
" Play " anglosassone ritrovava consonanza speciale e
sincera nella " dimensione del gioco " , un gioco di natura
popolare ma " regale " nelle sue nobili " regole
", affascinante nella terminologia altrettanto fantasiosa e di
sapore magico, sempre legato al dialetto, significante per le varianti
e le proposte dei vari " generi ". Si giocava con poco per
ottenere molto. La strada-palcoscenico accoglieva ragazzi-attori per
scene da gioco della vita, nei suoi semplici dettati, nei suoi
molteplici aspetti e varianti: giro d' Italia con i tappini, cinque
pietre, figurine, trottola, livoria, spizziedde, mosca cieca e via
dicendo. Ora, un artista incantatore, capace di stupire e di stupirsi,
studioso di tradizioni della propria città, " antropologo
cromatico del gioco", ( un bel gioco che dura per fortuna molto )
attraverso quadri originali, ispirati, ricchi di riferimenti e
suggestioni, rivisita ognuno dei passatempi di una volta, li analizza,
li esplora, li reinventa, per scardinare la memoria e da "medico
del cuore " di Taranto e Provincia, attua l'anamnesi per gli
adulti dimentichino e scrive col pennello un pezzo di storia per i
fanciulli della civiltà dei games. Giovanni Lacatena, artista dal
talento surreale, raffinato ed elegante, si appropria della materia e
da poeta del colore, rifiuta la facile rappresentazione descrittiva
del singolo argomento, riscontrabile per antiche foto e per vari testi
letterari, preferendo la " strada " della re-invenzione in
un contesto fiabesco che suggerisce la dinamica del gioco, le sue
regole, i suoi aspetti peculiari, ma in un contesto completamente
nuovo ed " altro ", per non soggiacere agli schemi.
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L'artista " si mette in
gioco " e appropriatosi del motivo, offre variazioni armoniche
sul tema, sì da ottenere esecuzione orchestrale e interpretativa
personale e suggestiva. Il rapporto estetico col fatto lo spinge a non
vedere con l'occhio della realtà , ma a trasfigurare con la grande
emozione dilatata della memoria che tutto rende " visione ",
atmosfera, evocazione. La sua tavolozza arabescata, rarefatta e
spumeggiante, pone in rilievo simboli e gli " attrezzi ", ma
lascia filtrare le emozioni, le rabbie, il divertissemant dei
protagonisti : gli stessi giocatori. La bellezza e l'invenzione del
gioco di volta in volta esaminativo, appaiono nella loro naturale e
intima essenza , ma assurgono a significato ancora più intrigante per
lo studio scrupoloso che l'artista compie sui protagonisti, i ragazzi
di ieri, ciascuno di noi. Lacatena non iintende coglierci come "pueri
aeterni ", per il suo aspetto cromatico e impegnativo favolistico.
Piuttosto egli intende come in una lanterna magica , concederci la
possibilità di guardare con innocenza e con qualche rammarico il
nostro passato..." povero ma bello ", come Dino Risi voleva
cogliere in un suo famoso film. Il lavoro cromatico di Lacatena,
anti-naturalistico, rende ossequio alla tematica e alla sua esperienza
di artista surreale, che ha sempre privilegiato la visione sulla realtà,
l'invenzione sulla ripetizione. La serietà del gioco dei bambini,
insegni altrettanta serietà nel " mestiere " di vivere
degli adulti, quando il tempo dei giochi rimane un ricordo d'infanzia.
Ieri il più noto gioco da strada " La livoria " trasgrediva
nel linguaggio piccante... oggi i " giochi da strada "
annoverano le morti del sabatoi sera. Giovanni Lacatena con la sua
brillante mostra esalta solo la vita, con le sue " pezzogne
" sul curruculo, innocue quanto utili all'esperienza che ci farà
trotterellare, con qualche "pesce giuanne ".
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