A. CARDUCCI
"
Ho visto la forma umana di Dio e la mia anima è salva " (
S. Giovanni Damasceno ) La
vicenda artistica di Giovanni Lacatena, pittore surrealista per
vocazione, ha subito un brusco viraggio nel 1983, quando una
improvvisa crisi mistica lo ha portato a leggere alcuni testi sacri.
L'incontro con alcune illustrazioni di icone bizantine è stata per
lui una folgorazione, alla pari di quanto è accaduto nell'alto
medioevo con San Giovanni Damasceno, padre, dottore della Chiesa greca
ed autore dei Discorsi delle sante immagini. Ormai da quattordici
anni, pur continuando la produzione pittorica a lui più congeniale,
quando l'artista tarantino sente più forte il bisogno del
soprannaturale si chiude nel suo atelier ed appronta un certo numero
di icone, come quelle che oggi espone, scaricando così ogni tensione
interiore. La tecnica adottata dal Lacatena è quella più antica e
sicuramente oggi la meno agevole: tempera ad uovo su tavola di legno,
che meglio dei colori ad olio preserva nel tempo la tavolozza
originale del pittore. Anche i soggetti sono quelli più cari alla
tradizione cristiana orientale (Cristo, Odigitria, o altra
raffigurazione mariana con bambino, Apostoli ) in genere mutuati dai
modelli iconografici pugliesi ereditari da Bisanzio ed ancora vivi
nelle chiese d' Oriente. In rari casi, l'artista trasferisce su tavola
anche affreschi medievali di santi latini, come l'immagine di Cataldo,
protovescovo di Taranto, cudtodita nella chiesa inferiore della
cattedrale della città bimare. |
Alberto
Carducci |